Sto riempiendo il mio zaino

Fin da principio sono partita consapevole del fatto che il motivo di questa scelta, partire, fosse ancora in divenire e che perciò lo avrei trovato qui o ancor meglio una volta partita da qui. Spesso l’uomo occidentale ha la presuntuosa aspettativa di arrivare in un ambiente e contesto sociale completamente differente per portarvi la propria “civilizzazione”, per imporla. Non ci è voluto molto a capire che qui la nostra presenza non fosse fondamentale per le persone; ma d’altra parte, a noi apparentemente non manca nulla, cosa stiamo ricevendo?
Credo che anche al popolo tanzaniano non manchi nulla: lavorano, hanno una casa, han da mangiare e la maggior parte delle famiglie dispongono di motocicletta e qualche animale. E’ quindi chiaro che per vivere non servano tutti gli agi e i vizi a cui siamo abituati ed è sicuramente qualcosa su cui riflettere.
D’altra parte durante le giornate che ho trascorso mi è parso quasi che fatichino a provare amore spontaneamente. Amore per il proprio tempo, che trascorrono aspettando che finisca la giornata. Amore per passioni che non trovano spazio perché sommerse dagli impieghi quotidiani. Infine amore tra pari: spesso due persone qui non si scelgono per amore, ma l’uomo sceglie la donna e quest’ultima non può esprimere ciò che prova prima del matrimonio.
Le emozioni spontanee che trovo sono nelle madri per i propri figli e nella gioia dei bambini.
Ricordarsi della possibilità che abbiamo di alimentare le nostre conoscenze, passioni e un amore senza barriere, può donarci la gratitudine e la gioia di vivere le “semplici piccole cose” che spesso diamo per scontate. Sto piano piano riempiendo il mio zaino.

Samuela

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