Sapersi affidare

Ciao a tutti! È stato un po’ complicato ma finalmente ho trovato anche io il coraggio e il giusto momento per scrivere in questo blog.
La notizia ricevuta ieri da casa è stato un momento molto difficile ed estremamente delicato da affrontare da qua, ma comunque desidero ringraziare i miei compagni di viaggio per avermi offerto un affetto incondizionato. Mi stringo nel dolore che la comunità di Bertinoro si sta trovando a vivere, mi sento molto vicina a voi, vi abbraccio tutti forte.
Le giornate che stiamo vivendo sono talmente intense che fatico a selezionare i momenti più salienti… e poi si sa che la sintesi non è uno dei miei doni, ad ogni modo spero di non annoiarvi.
Oggi siamo andati in visita alla scuola di Ilamba, una scuola secondaria molto grande e molto bella. Ad accoglierci c’era Suor Stella, una suora che ha vissuto per due anni a Torino e che parla molto bene l’italiano. La scuola è sicuramente quella con le strutture migliori, ho pensato subito fosse un vero paradiso dell’istruzione. A disposizione ci sono dei dormitori visto che i 211 ragazzi che la frequentano vivono anche lì. Tra le cose che ci hanno colpito di più: i laboratori di chimica e fisica, assolutamente ben forniti direi anche più di quelli di cui abbiamo avuto esperienza noi, la falegnameria, la sartoria e gli animali che vengono allevati direttamente dagli studenti.
Lo scambio con i ragazzi è stato un momento speciale, ognuno di loro ci ha raccontato i suoi desideri ed aspettative per il futuro, la luce dei loro occhi è indimenticabile.
Per raggiungere Ilamba, abbiamo provato l’esperienza dei mezzi di trasporto pubblico, diciamocelo una vera e propria avventura! Come primo impatto non è stato subito semplice, eravamo molto striminziti in un autobus non troppo grande e con strade non perfettamente asfaltate. Da qualche mese penso che quello che l’Africa ti insegna è di saperti fidare ed affidare. Mi sono spesso accorta di trovarci in situazioni in cui tutto dipendeva da persone a noi sconosciute, eravamo nelle loro mani e non potevamo che fidarci di loro. Raggiungere la consapevolezza di essere nelle loro mani per me è stato un passo un po’ difficile, ma quando poi la raggiungi la strada è tutta in discesa. Le persone che abbiamo incontrato fino ad ora, mi hanno sempre dato la sensazione che noi siamo una loro priorità, una delle domande più frequenti infatti è “tutto bene vero?”, è quasi impossibile non affidarsi ai loro consigli e alle loro indicazioni.
Una delle cose più emozionanti e caratteristiche di questo viaggio rimane comunque per me la salita finale che attraversiamo per raggiungere la Casa dei Volontari di Bomalang’ombe. Una mandria di bambini ci segue ogni sera e ci accompagna fino a casa, per poi tenerci compagnia mentre noi laviamo i nostri vestiti o i nostri capelli. Ogni giorno è bellissimo vedere ognuno di noi interagire in maniera diversa, c’è chi gioca con loro a rincorrersi, chi gli insegna l’italiano, chi gli dice i nostri nomi, chi canta… ognuno di noi trova sempre un buon motivo per uscire dalla propria stanza e fare qualche chiacchiera con loro.
Uno dei primi giorni la nostra guida, Tadei, ci ha detto che l’animale simbolo della Tanzania è la Giraffa e non il Leone come si potrebbe essere portati a pensare, questo perché i tanzaniani sono un popolo molto amichevole, ora posso dire di aver capito assolutamente il perché di questa scelta.
Per concludere volevo riportare un pensiero condiviso in queste sere con i miei compagni, passata l’esperienza in foresta abbiamo avuto modo di ritornare ai comfort del villaggio di Bomalang’ombe. Arrivati all’undicesimo giorno qua, inizio a sentire il rientro in Italia sempre più vicino, sono felice di tornare a casa ma sono altrettanto triste di dover lasciare questo posto, alcuni di noi hanno condiviso con me la stessa “tristezza”.
Ho sentito molto parlare del “Mal d’Africa” ma non sono sicura di aver ben capito cosa sia, ad ogni modo sono abbastanza sicura che questo continente abbia qualcosa di magico per i miei occhi.
A presto!

Caterina

Lascia un commento