Dritta al cuore con la forza del colore
Innanzitutto mi presento per chi non mi conosce, mi chiamo Marta e ho 18 anni.
Detto ciò l’intento iniziale di questa sera era di raccontarvi una storia, ma scervellandomi tutt’oggi per capire cosa scrivere mi sono accorta di non essere proprio una gran scrittrice perciò utilizzerò l’unica maniera per comunicare che conosco: il disegno (che poi è quello che facciamo da due giorni). Dunque inizierei con un velo di azzurro acceso a coprire quasi tutta la tela, nella parte rimanente un’infinità di rosso mattone deciso a creare un parallelo tra il sopra e il sotto dato dall’accostamento dei due colori complementari, poi aggiungiamo qualche spruzzo di verde qua e là e, per finire, due/tre tocchi di bianco tra l’azzurro del cielo. Et voilà, ecco cosa ci si è parato davanti negli ultimi giorni a Miandrarivo. Uno spettacolo di semplicità che ha lasciato tutti stupefatti. Oggi, purtroppo, abbiamo dovuto lasciare tutto questo e tornare a Tsironomandidy, e posso dire che molti di noi hanno decisamente lasciato il cuore in quelle stradine rosse e nelle aule della scuola di paolo brulicanti di bambini delle più varie età. Sorrisi, sguardi, mani, saluti e credo che gli occhi brillanti di quei bambini mi rimarranno per sempre scolpiti nella mente, tant’è che continuano a frullarmi in testa in loop. Sfido chiunque a rimanere impassibile davanti a quei visini sdentati che ti corrono dietro sorridendo e salutandoti in un po’ tutte le lingue che conoscono, oppure gli sguardi penetranti difficili da decifrare degli anziani con gli occhi meno lucidi ma comunque pieni di vita. Ecco, è questa la parola: vita. In condizioni impensabili da noi non c’è nessuno che abbia visto non pieno di vita. Gli si leggeva proprio negli occhi, quella felicità quasi incomprensibile e addirittura invidiabile.
Marta